Land Rover Discovery 4 SDV6 HSE
Off road duro stradista vero
Fuori non è cambiato molto, salvo qualche piccolo dettaglio estetico, qualche fregio e, particolare più evidente, i cerchi in lega da 19” a 7 razze. Una vera icona, il Discovery 4, un 4×4 “duro & puro” ben riconoscibile ma, da sempre, anche grande stradista. Poi c’è dell’altro di nuovo, ciò che al primo sguardo non si vede, però si sente guidando: il motore V6 da 249 cv, nel suo ultimo aggiornamento, e soprattutto il cambio automatico ZF a 8 rapporti, da “maneggiare” anche in manuale, con i paddle al volante (finalmente) e non più con la leva sul tunnel che è andata in pensione, sostituita da un comando a rotella, come sulle Range, che fuoriesce dalla sua sede quando si accende il motore. Un Discovery 4 tutto da scoprire e provare.
Salotto per sette
Tre file di sedili e posti per sette. In terza fila ci stanno bene anche due adulti non troppo corposi e per accedervi basta imparare bene a come ribaltare i due sedili laterali della seconda fila. Aggiungendo al tutto un minimo di agilità. Ma davanti come si sta? Decisamente comodi e “confortati”. Partiamo dal guidatore: sedile regolabile elettrico in ben 8 modi (un optional che fa parte di un pacchetto cui non si può rinunciare), posizione di guida adattabile veramente su misura, rivestimenti in pelle e, ben sott’occhio, una plancia quasi aeronautica che “informa” a tutto campo di ciò che sta succedendo alla vettura e che si fa gestire a 360 gradi. Le cose più nuove, per la funzionalità, sono la rotella per selezionare le modalità della trasmissione, che “emerge” dal tunnel, e i paddle al volante per chi non si accontenta di gestire il cambio automatico solo col piede ma vuole scegliersi i giusti rapporti con cambiate in punta di dita. E poi la consolle centrale. Vero ponte di comando. Con in primo piano le funzioni del Terrain Response, il sistema Land Rover per la marcia su ogni terreno e in ogni situazione (strutturato con nuovi pulsanti in sostituzione del precedente sistema a rotazione), con controllo delle sospensioni pneumatiche, dei rapporti ridotti e quant’altro. E al centro della consolle l’ampio schermo touch screen dove si può vedere e gestire tutto ciò serve sapere e fare. Dall’impunito audio Harmann Kardon da 380 watt (ma si può avere pure quello da 825 watt), al navigatore satellitare, alla telecamera di manovra (altro optional irrinunciabile), ad una infinità di informazioni, compreso lo “schema di movimento” che, quando si va off road, fa vedere quali organi sono attivi, come si muovono le sospensioni, come “tirano” le ruote e via dicendo. Infine in consolle, a portata di mano, anche i comandi per il climatizzatore automatico bi-zona. Ma gli altri passeggeri? Comodi pure loro. Della terza fila già si è detto, mentre nella seconda c’è ampio spazio per le gambe di tutti e ci sono tre sedili separati (frazionati 35/30/35 ) accoglienti, ben fatti e ribaltabili indipendentemente.
Tecnica e tecnologia
A questo punto non resta che capire quali particolari tecnici e tecnologie permettono di “mettere in movimento” il Discovery 4. Innanzitutto il motore, il classico V6, 24 valvole, a gasolio, ulteriormente sviluppato e affinato, alimentato a iniezione diretta con un common rail di terza generazione e la sovralimentazione ottenuta con due turbocompressori in parallelo. Il risultato sono 249 cv a 4.000 giri e 600 Nm di coppia a 2.000 giri, ma soprattutto rispetto alla versione precedente, una riduzione dei consumi (8,8 lt/100 nel ciclo misto) e le emissioni “fermate” a 230 g/km. La trazione, integrale permanente a gestione elettronica, ha nel Terrain Response il suo punto d’eccellenza, per quella possibilità e capacità di affrontare e superare ogni tipo di terreno e di situazione ambientale: dall’asfalto al fuoristrada hard, dal fango alla sabbia, alla roccia. Con l’elettronica che entra in gioco anche per “aiutare” nelle partenze in salita senza arretrare o per mantenere una corretta e sicura velocità nelle discese più ripide (con l’HDC).
Poi, novità tecnologica sostanziale, il cambio automatico ZF a 8 rapporti, più ravvicinati e meglio distribuiti, che ottimizzano lo sfruttamento della coppia e della potenza. Un cambio dotato di Drive Type Detection che “interpreta” le informazioni che arrivano dai vari sensori e sistemi del veicolo, adattando le cambiate e le reazioni della trasmissione allo stile di guida del pilota, per assecondarlo in tutta sicurezza.
Alla Guida
Otto marce, 249 cv, tanta coppia, tanta elettronica. Così è il Discovery 4 con il quale si può veramente fare di tutto: prenderlo per mano e guidarlo in punta di piedi in assoluto relax, farlo correre scatenando i cavalli, farlo giocare sportiveggiando sui percorsi più articolati oppure farlo divertire e divertirsi con lui nelle più impensabili situazioni off road.
In città, dopo averne metabolizzate le dimensioni (ma gli ingombri sono ben valutabili) ci si muove con agilità, in modo fluido, con il cambio ZF che gestisce i suoi rapporti in modo tale che quasi non ci si rende conto dei passaggi di marcia. E per le manovre di parcheggio (ammesso di trovare uno spazio adatto ai quasi 5 metri di lunghezza) sono di grande aiuto i sensori e, soprattutto, la telecamera posteriore. In autostrada il Discovery può essere sornione o grintoso. Sornione, con cambio in drive e piede leggero, per un viaggio in assoluto relax, pur mantenendo elevate velocità di crociera. Grintoso se serve una “spinta decisa” per un sorpasso o un allungo, con tutti i cavalli messi a terra con prepotenza e l’accelerazione che si sente sulla schiena. Così è anche sul misto, dove si conferma l’equilibrata tenuta di strada e il corretto lavoro della trazione integrale e dei sistemi elettronici che contrastano il rollio, mantengono una corretta impostazione delle traiettorie, grazie anche al sistema di “Detention Curve” che mantiene innestato lo stesso rapporto, quando si affrontano una serie di curve in sequenza, per cnservare fluidità di movimento ed evitare inutili variazioni di velocità. Ed infine c’è sempre la godibile possibilità di usare il cambio “in manuale”, con le levette al volante, per una guida più che grintosa sia sul misto d’impegno che in autostrada.
Ma il Discovery nasce e resta un vero fuoristrada al 100% (come la sua capacità di arrampicarsi grazie ai validi rapporti ridotti). Il sistema Terrain Response diventa così l’interprete delle esigenze del pilota che, coi relativi comandi, può selezionare le varie situazioni di terreno da affrontare (anche potendo “alzare” le sospensioni). E poi si va. Attraversando, quasi senza rendersene conto, un profondo guado (al limite dei 70 cm), scoprendo in uscita pure un ampio tratto melmoso e viscido dove si fa valere l’intervento del controllo di trazione. Lo stesso che evidenzia le proprie doti affrontando una salita dal fondo misto e friabile, calibrando bene il grip di ogni ruota. Poi sui dossi e sulle rampe più impegnative sorprende l’agilità di un mezzo che, con i suoi 3.000 kg e più, si muove con disinvoltura nei twist più impegnativi con ampia escursione delle sospensioni e decisi stacchi ruota.
SCHEDA TECNICA
* Cilindrata 2.993 cc
* Potenza 183 kW (249 cv) a 4.000 giri
* Coppia 600 Nm a 2.000 giri
* Velocità massima (km/h) 194
* Consumo combinato 8,8 l/100 km
* Emissioni di CO2 (Euro 5 filtro DPF) g/km 230